In questo caldo mese di luglio, di preparativi per le vacanze e chi più ne ha ne metta… noi vi parliamo di un argomento gettonatissimo, ma di cui c’è ancora tanto da dire e da fare: LA PLASTICA! Proprio su questo tema, voglio condividere con voi la mia esperienza plastic free e un episodio che mi ha coinvolta particolarmente.
Non sempre la soluzione più pratica é la più sostenibile
Vivo in un paese di provincia della pianura padana, abbastanza fornito di negozietti e supermercati, che però nel periodo di lockdown avevano (come tutti) determinate regole, come ad esempio poter far spesa un solo familiare alla volta e ingressi centellinati. Essendo in dolce attesa non me la sentivo né di far code né di stare in mezzo alla gente, così io e mio marito ci siamo messi a fare la spesa online.
Nulla di insolito per molti, ma per noi si, era infatti la prima volta per quanto riguarda i generi alimentari. Tutto molto semplice: scegli, ordini e arriva il corriere. Un ragazzone mi scarica sulla porta di casa la mia spesa e… sorpresa! Tutto e dico tutto è avvolto in buste di plastica, ogni singola confezione! Rimango davvero stupita, anche perché non capisco l’utilità nel confezionare anche il sale per la lavastoviglie...
Dopo questa esperienza siamo tornati a fare la spesa (e la coda) al nostro supermercato. Non abbiamo comunque risolto il problema, perché tanto di quello che compriamo è ancora confezionato con la plastica, specialmente per chi come noi vive in piccoli paesi dove la scelta nel fare la spesa è ridotta.
In generale penso che i passi da fare siano ancora tantissimi, in Italia in particolare. Questa pandemia non ha certo aiutato, adesso ogni cosa è confezionata singolarmente per questioni di “igiene e sicurezza”.
Tra le nostre mani però abbiamo un’arma potentissima, l’educazione. L’educare non ha un’età, il cambiamento di uno stile di vita può avvenire anche a 90 anni. Per farlo però bisogna conoscere e sapere come vanno davvero le cose sul nostro pianeta.
Lo sapevi che…
I ricercatori stimano che, a partire dagli anni ’50 ad oggi, siano stati prodotti più di 8,3 miliardi di tonnellate di plastica. Circa il 60 per cento del totale è finita in discarica o, ancora peggio, nell’ambiente.
Più del 99 per cento della plastica è stata realizzata con prodotti chimici derivati da petrolio, gas naturale e carbone – tutte risorse non rinnovabili. Di questo passo, entro il 2050, l’industria della plastica potrebbe rappresentare il 20 per cento del consumo mondiale di petrolio, di cui gran parte poi riversata nell’ambiente (New Plastics Economy Global Commitment 2020 progress report).
L’Italia è il maggiore produttore di manufatti in plastica dell’area mediterranea e il secondo più grande produttore di rifiuti. Genera quasi 4 MT di rifiuti l’anno, di cui oltre l’80 per cento proviene dall’industria degli imballaggi. Il turismo è un settore chiave nella produzione di rifiuti, che incrementa del 30 per cento nei mesi estivi.
In Italia, il 13 per cento dei rifiuti non viene raccolto a causa di problematiche gestionali e carenze nelle infrastrutture in alcune regioni e zone critiche, portando alla dispersione in natura di 0,45 MT di plastica. Il 26 per cento del totale di rifiuti prodotti viene riciclato e trasformato in materia secondaria, mentre il 60 per cento viene avviato all’incenerimento o conferito in discarica.
Nel 2016, 53.000 tonnellate di rifiuti plastici sono state disperse nel Mar Mediterraneo, tanto che le zone costiere italiane registrano tra le più elevate concentrazioni di rifiuti plastici (WWF Report 2019).
Obiettivo Plastic Free: cosa stiamo facendo in Italia?
Per ridurre l’inquinamento da plastica in Italia, le urgenze sono:
ridurre i consumi,
affrontare le inadeguatezze nella gestione dei rifiuti
e incrementare il riciclo.
L’Italia ha già attuato politiche innovative per la riduzione dell’uso di plastica e per il miglioramento della gestione dei rifiuti, tra cui un sistema a 4 linee di separazione dei rifiuti, il bando delle microplastiche nei cosmetici e l’erogazione di incentivi ai produttori per incoraggiare l’innovazione a monte. L’Italia, nel Mediterraneo, è anche leader nel riciclo di plastica, con 1 MT di rifiuti di imballaggi avviati al riciclo ogni anno.
Le priorità per il nostro Paese riguardano: l’introduzione di nuovi divieti per oggetti in plastica, superando anche quanto previsto dalla Direttiva UE sul monouso, il sostegno ai comuni per l’eliminazione di eventuali carenze nella gestione o dispersione di rifiuti, l’incremento del tasso di riciclo con obiettivi più ambiziosi di quelli prefissati e l’ampliamento del mercato delle materie secondarie. (WWF Report 2019)
Cosa puoi fare tu: istruzioni per l’uso!
Puoi fare davvero tantissimo per cambiare le cose, sia tra le mura di casa che al lavoro o in vacanza. Prima di tutto informati, cerca le alternative che più si avvicinano alle tue comodità, qualche suggerimento te lo diamo anche noi di Impatto sui nostri social!
Se poi hai voglia di metterti davvero in gioco nel tuo quotidiano, iscriviti alle nostre #impattochallenge, sfide concrete per ridurre il tuo impatto ambientale.
Plastic Free July
A dirla tutta…è anche il Plastic Free July, tradotto “Luglio senza plastica”. Si tratta di un’iniziativa nata dalla Plastic Free Foundation con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo a uno stile di vita plastic free. Inutile dire che è possibile, come è possibile cambiare le nostre abitudini “Lasciando il mondo migliore di come l’abbiamo trovato” – Baden Powell.
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